Intervista a Giovanni Isella, giurista presso la Repubblica e Cantone Ticino

Prima di tutto, come si diventa giurista e perché questa scelta professionale?

Giurista si diventa dopo avere ottenuto la licenza in giurisprudenza (in diritto) a livello universitario. Questa mia scelta professionale era dovuta inizialmente più ad un’esclusione di altre facoltà universitarie che non mi interessavano assolutamente e per le quali mi ritenevo inadatto, piuttosto che per convinzione nella materia del diritto. Solo con il tempo è cresciuto lentamente in me l’interesse per la giustizia e per le norme che regolano la convivenza umana. Infatti il diritto è una scienza sociale.

Qual’è il tuo compito? Come si svolge la tua giornata?

Il mio compito di giurista presso lo Stato è quello della consulenza legale ai vari responsabili dei servizi statali del settore in cui sono attivo, cioè del settore dell’economia del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino, che comprende il mercato del lavoro, l’agricoltura, la misurazione ufficiale, la promozione economica. Le varie mansioni che mi competono sono da un lato l’elaborazione di norme di legge o di regolamento - in concertazione con i responsabili settoriali - che dovranno passare al vaglio del Consiglio di Stato e del Parlamento. Dall’altro l’elaborazione di pareri giuridici relativi alla corretta interpretazione e applicazione di norme legali in vigore e la difesa degli interessi dello Stato a livello giudiziario. Poi vi sono mansioni supplementari, quali i lavori di segretariato in commissioni specifiche e di rappresentanza del mio settore in gruppi di lavoro dell’Amministrazione cantonale o esterni.

Come ti autodefinisci?

Un difensore della legge nella misura più corretta possibile e secondo quanto mi è dato di comprendere e di dare. Considerato che le norme legali sono differentemente interpretabili, appaiono chiaramente i limiti del diritto. Con questo bisogna ormai convivere, poiché in tale ambito non esiste la certezza assoluta.

Chiesa e Stato sono due cose diverse e in Ticino non mancano le occasioni in cui viene ribadito che nessuna religione deve essere predominante, si vogliono togliere crocifissi e lezioni di religione cristiana a scuola, ma la Svizzera nella quale tutti vorrebbero abitare è stata costruita a costo di grande impegno su basi bibliche. Qual è la tua posizione in merito?

Pur sapendo che ogni cittadino ha giustamente un proprio credo religioso che in Svizzera è libero di vivere e manifestare, ritengo tuttavia che il fondamento cristiano posto sin dalla nascita della Confederazione nel Patto federale del 1291 fino ai nostri giorni nella Costituzione federale a livello di preambolo (“Nel nome di Dio Onnipotente”) debba essere ufficialmente riconosciuto dal popolo svizzero e quindi concretizzato nel corpo legislativo della nostra nazione, come ad esempio nelle questioni riguardanti il crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici e le lezioni di religione cristiana a scuola. Non va però dimenticato che siamo una nazione democratica e non teocratica, per cui è la maggioranza del popolo, rispettivamente dei suoi rappresentanti istituzionali (membri del Governo e del Parlamento), a decidere la via da seguire. E i valori cristiani di questi tempi occupano purtroppo in generale una posizione sempre meno importante nella politica nazionale, cantonale o locale. Ciò è un segno significativo dei tempi in cui viviamo.

Ci sono occasioni in cui parli della Bibbia durante sedute ufficiali?

Di regola ciò non avviene, perché al posto di lavoro che occupo nello Stato si richiede da parte mia la professionalità legata alla mia funzione di giurista.

Comunque il mio Dio mi ha aperto circa 10 anni fa in modo magnifico una porta per la lettura della Sua Parola, la Sacra Bibbia, alle riunioni di un gruppo di lavoro istituito dal Governo ticinese per elaborare una legge specifica. Da notare che le riunioni si sono tenute ad un ritmo di almeno una volta al mese per un periodo complessivo di 3 anni ca.!

Ciò è avvenuto a seguito di un mio improvviso grande desiderio prima della seduta iniziale del gruppo di lavoro - un desiderio che definisco irrefrenabile - che il presidente del gruppo era pronto a soddisfare a condizione dell’accordo di tutti i membri del gruppo. E questi ultimi, ad eccezione di uno solo che poi ha cambiato velocemente opinione in merito, mi hanno effettivamente concesso la loro approvazione alla semplice lettura di un corto brano della Bibbia, a mia scelta, all’inizio delle riunioni.

L’attenzione durante la lettura biblica era elevata e non si sentiva una mosca volare: in quei momenti la mia gioia era indescrivibile. Un giorno ebbi una concomitanza con un altro importante appuntamento di lavoro e quindi giunsi in notevole ritardo alla riunione del gruppo di lavoro. Con grande stupore presi atto che il gruppo mi richiedeva ugualmente la lettura della Bibbia per la fine della seduta, indicando che ne sentiva la mancanza! Non avevo più parole di fronte a tale ”miracolo”!

Al termine dei lavori del gruppo, che per tre anni ha lavorato in modo molto efficiente e collegiale, abbiamo presentato al Governo un disegno di legge, che è stato da esso approvato senza problemi, così come senza problemi è pure stato approvato dal Parlamento. Pure senza problemi si è rivelata finora la sua applicazione a livello cantonale. Tutto ciò non è altro che il frutto di benedizione che il Signore ha concesso al gruppo di lavoro a seguito della lettura della Sua Parola, che Lo ha onorato, poiché Gli è stata data concretamente la priorità rispetto all’attività professionale specifica.

Questa è la testimonianza e l’incoraggiamento che da quel momento ho avuto la gioia e l’onore di portare fino ad oggi in molte occasioni, specialmente negli incontri tra credenti, a sostegno della fedeltà e bontà di Dio nel volersi manifestare agli uomini nei più disparati modi per la loro salvezza.

Si parla molto di lavoro domenicale, come se fosse indispensabile all’economia del Cantone. Ci sono state delle situazioni dove pensi di essere riuscito ad avere un’influenza positiva per promuovere i valori cristiani?

Circa il lavoro domenicale ho avuto il privilegio di poter parlare a tu per tu con l’allora direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia, la Consigliera di Stato Marina Masoni, nel suo ufficio. Di fronte alla mia coscienza, in ubbidienza a Dio, non potevo accettare il compito da lei affidatomi di dirigere un gruppo di lavoro su una maggiore apertura al lavoro domenicale. Con l’aiuto di Dio presi il coraggio di comunicarle personalmente il mio rifiuto ad eseguire tale compito, dicendole esplicitamente che ciò era dovuto alla mia fede nel mio Signore Gesù Cristo. Chiesi che fosse un'altra persona al mio posto ad occuparsene. Seguirono attimi di silenzio carichi di alta tensione. Infine abbozzò un sorriso, comprese la mia fermezza di fede e la apprezzò, pur non condividendola. Mi concesse quanto chiesi. Fu il Signore a guidarmi, a fortificarmi e a proteggermi, perché mi muovevo in ubbidienza a Lui. Questa lezione pratica non l’ho più dimenticata ed è stata il propulsore per altre azioni di ubbidienza a Lui di fronte all’autorità. Cito ancora due eventi.

Il primo riguarda la mia richiesta ai miei superiori – in seguito concessami - di poter stilare personalmente il messaggio del Governo all’attenzione del Parlamento in merito al disegno di legge sulla sostituzione della festa di San Pietro e Paolo con il Venerdì Santo. Questo scambio di feste era stato proposto diversi anni fa con un’iniziativa da un membro del Parlamento e si trattava quindi di inserirlo ufficialmente su carta, giustificandolo con le dovute motivazioni per la decisione positiva o negativa del Governo. Fui incaricato di stilare il messaggio. Detti il meglio di me, sottolineando i punti salienti a favore del Venerdì Santo, sottolineando la grande importanza spirituale e storica dell’evento della morte di Gesù Cristo sulla Croce per un Cantone cristiano come il nostro. Contrapposi l’interesse religioso-spirituale a quello meramente economico, dando chiara priorità al primo. Il documento arrivò così in Governo, ma quest’ultimo, dopo parecchi tentennamenti, lo respinse e chiese di cambiare le motivazioni e di inserire l’esplicito rifiuto del Consiglio di Stato. Fui incaricato dal mio superiore di operare tale modifica, ma mi rifiutai fermamente di proporre per iscritto una soluzione che disonorava Dio, perché veniva data priorità agli interessi economici rispetto a Lui. Non mi sporcai le mani e il mio superiore se ne assunse così la responsabilità. Dio mi protesse ancora e non subii conseguenze.

Il secondo fu l’Azione della distribuzione delle Bibbie al Corpo di Polizia cantonale (650 uomini) per il Natale 2005. Affinché tale Azione ricevesse il carattere di ufficialità, mi permisi di avanzare una richiesta di approvazione ai Consiglieri di Stato. In una delle sedute settimanali seguenti, il Consiglio di Stato decise di approvare il progetto e il Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini difese il progetto in televisione contro gli attacchi di alcuni politici! Tra l’altro non è rimasta più alcuna Bibbia dopo la distribuzione! Gloria a Dio per un tale risultato eclatante!

Ricordiamo che sei stato il promotore della distribuzione della Bibbia a tutte le Autorità civili del Cantone Ticino nel 2003 per il 200esimo anniversario dell’entrata del Cantone Ticino nella Confederazione. Hai avuto degli echi sia positivi che negativi di questa azione? Come hai organizzato e finanziato questa azione?

Questa Azione del 2003 è stata tutta un grande miracolo del Signore, che ha voluto usare me e altri 35 credenti per raggiungere con la Sua Parola le autorità civili ticinesi, circa 6'000 persone! La distribuzione della Bibbia è iniziata pubblicamente in Parlamento con la consegna ai Granconsiglieri e ai Consiglieri di Stato durante la festa di insediamento all’inizio del quadriennio di nomina: volevo che il Signore Gesù Cristo entrasse nel Cantone Ticino dalla porta principale e ufficialmente! La distribuzione della Bibbia è poi continuata nei 245 Comuni ticinesi allora esistenti, per la consegna ai loro municipali e consiglieri comunali. In seguito ho organizzato serate nei Distretti ticinesi per la consegna personale ai giudici di pace e agli assessori giurati. La mia soddisfazione maggiore l’ho avuta con la distribuzione personale sia ai giudici e procuratori pubblici nei palazzi di giustizia in tutto il Cantone, con il benestare dell’allora Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini (sempre lui!) e del Presidente del Tribunale d’Appello, sia ai giudici federali ticinesi ai Tribunali federali di Losanna e di Lucerna, sia ai consiglieri nazionali e agli Stati ticinesi a Palazzo federale. Che grazia!! Il finanziamento di fr. 120'000.- è avvenuto con l’acquisto di Bibbie da parte di credenti che si impegnavano a pregare regolarmente per quei singoli membri di autorità, i cui nominativi pervenivano loro successivamente nel numero corrispondente alle Bibbie acquistate (p.es. 10 Bibbie = 10 nominativi concreti per cui pregare). La notizia dell’Azione ha superato i confini ticinesi e così sono stato invitato a spiegare l’Azione nel resto della Svizzera durante i mesi successivi, procurandomi così il denaro sufficiente per saldare tutto! Dio è fedele: Lui paga sempre le fatture derivanti dai Suoi piani!

Da allora ho avuto alcuni echi positivi da parte di membri di autorità, e in un caso addirittura un familiare di un membro di un’autorità comunale ha iniziato a leggere regolarmente la Bibbia. In definitiva solo Dio sa quali sono gli effetti reali di quell’Azione.

Sono arrivati in Ticino tramite te: UDF Ticino, Imprenditori cristiani svizzeri sezione Ticino (ICS), la Biker-Bible, la Trucker-Bible, l’Associazione Amici Ticino Israele (ATI) e forse altre nuove idee, tutte interconfessionali. Per rendere tutto questo operativo ci vogliono persone. Trovi facilmente persone che hanno voglia di lasciarsi coinvolgere? Ci sono delle barriere fra le comunità? Le comunità presenti sul territorio ticinese appoggiano questo tipo di iniziative?

Purtroppo sono poche le persone disposte a mettere a disposizione forze e tempo per la gestione di queste attività, malgrado il fatto che il loro contenuto sia nettamente cristiano e in particolare evangelistico. Paradossalmente sono proprio coloro che già sono carichi di diverse attività cristiane ad aiutare attivamente in opere nuove. Opere di contenuto trasversale, cioè che possono essere sostenute attivamente da ogni comunità, non riescono spesso a decollare o a crescere, proprio perché superano i limiti giurisdizionali e dottrinali della singola comunità: unire l’opera e le comunità è un arduo compito, le cui redini vanno date a Dio, specialmente in preghiera. Se infatti l’opera è nei Suoi piani, essa riuscirà, anche se con pochi fedeli. E’ questo il caso di ICS, della Biker Bible e dell’Associazione ATI, mentre UDF Ticino incontra parecchie resistenze per il fatto che si mescoli chiesa e politica, ciò che molti credenti non approvano.

Cosa ci puoi dire dell’associazione Ticino-Israele, la tua ultima nata ?

Questa Associazione è una grande benedizione per i cristiani in Ticino, perché ha lo scopo di portare regolarmente in Ticino, 2 volte l’anno, notizie attuali da comunità ebree messianiche di Israele e insegnamenti biblici da parte di loro anziani di chiesa ebrei. Ciò è molto arricchente per noi cristiani del Ticino, poiché gli insegnamenti sono impartiti da fratelli in Cristo che provengono dalla storia, lingua e cultura ebraica e che sono impregnati di una ben più profonda conoscenza dell’Antico Testamento per una più corretta e chiara interpretazione del Nuovo Testamento. Essi rappresentano le nostre radici cristiane: ATI vuole fare ritornare e collegare il Corpo di Cristo del Ticino a tali radici. Quest’anno, per la prima volta, si è tenuta a maggio la Giornata cantonale annuale di preghiera per Israele, aperta a tutte le comunità ticinesi. Vi è stata una forte comunione tra i presenti e in particolare tra coloro che hanno presentato concrete richieste di preghiera comune. Dio vuole che preghiamo insieme per il Suo popolo eletto - Israele – e per Gerusalemme, come del resto lo indica la Bibbia. Pertanto, collocandosi tale Giornata di preghiera nei piani e volontà di Dio, sono sicuro già in partenza che Dio non solo benedirà tale attività e coloro che la sostengono, ma anche l’Associazione in generale.

Sei stato alcune volte in Israele in viaggio ufficiale. Di cosa si trattava?

Finora sono stato 10 volte in Israele dal 2005, cioè da quando ho saputo, grazie a un documento redatto da un mio avo, che la mia famiglia paterna ha radici ebraiche nel lontanissimo passato. I miei viaggi in Israele hanno comunque sempre avuto una motivazione spirituale specifica, conseguenza di una chiamata di Dio. La prima volta ho partecipato ad una conferenza cristiana per membri di Governo e di Parlamento delle nazioni, pur non avendo tali cariche! Mi lasciarono partecipare in rappresentanza della Svizzera a livello spirituale per tre anni di seguito, dopodiché il quarto anno il Signore mi usò per mettere personalmente in contatto a Gerusalemme un consigliere nazionale svizzero credente con un parlamentare rabbino della Knesset (parlamento di Israele). Da tale incontro nacque nel 2008 nel Parlamento svizzero il “Gruppo parlamentare Svizzera Israele”, cui aderirono ben 50 parlamentari!! Lo stesso anno sono stato delegato dal presidente di tale Gruppo parlamentare a partecipare a Washington alla prima assemblea internazionale di Gruppi parlamentari delle nazioni in favore di Israele. In sostanza si è trattato di un evento storico, poiché è stato sottoscritto l’atto di nascita di tale collaborazione internazionale a livello di Gruppi parlamentari nazionali pro Israele. E, come in un sogno, ho vissuto tutto ciò di persona e ho addirittura avuto l’onore e il piacere (la grazia) di sottoscrivere personalmente tale documento storico! Ciò ha per me un valore altamente spirituale, legato alla volontà di Dio, che coinvolge sia la mia persona sia soprattutto, benedicendola, la nostra nazione. E’ il frutto della volontà e della grazia di Dio, che devo ancora comprendere profondamente, per attuare ulteriori passi che Dio esigesse da parte mia.

Qual’è il passaggio biblico che ti interpella di più e perché?

Sono diversi i passaggi biblici che toccano profondamente il mio cuore, ma uno in particolare mi ha finora accompagnato in modo speciale: “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8:28).

1. Mi tocca particolarmente, perché insegna che TUTTE le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio: quindi non solo le cose belle, onorevoli, che piacciono, che ci danno gioia, forza e successo, ma anche quelle pesanti, dure, difficili, che ci fanno soffrire e gemere. OGNI cosa contribuisce in tal modo al nostro bene.

2. Ora quelli che amano Dio SANNO che tutte le cose cooperano al loro bene. Se la Parola di Dio dice chiaramente che SAPPIAMO ciò, significa che ne siamo coscienti in ogni momento, indipendentemente da come ci sentiamo dal profilo emozionale. Il verbo SAPERE è legato alla fede, mentre il verbo “sentire” è legato alle emozioni ed è instabile. Quindi la Parola di Dio ci comunica che dobbiamo avere in noi costantemente questa consapevolezza e certezza di fede di questa PROMESSA della Parola di Dio, che vale sempre, ovunque e in ogni cosa. Che potenza e che sostegno perfetto ci dà costantemente questa promessa biblica!!!

3. Quelli che amano Dio, cioè i discepoli di Gesù Cristo, sono stati chiamati da Dio secondo il Suo disegno: questa è la grazia salvifica operata da Dio. I discepoli di Gesù, tra i quali vi sono anch’io, hanno detto a un certo punto della loro vita quel “SÌ” definitivo alla chiamata di Dio, che ci introduce all’eredità del Regno di Dio e alla vita eterna con Lui.                                                                                        

Ecco perché sono particolarmente legato a questo versetto biblico!

Grazie Giovanni, ti auguriamo ogni benedizione divina nei tuoi numerosi e importanti compiti!

Datum: 29.07.2014
Autor: Franca Henriete Coray/Foto:Lidia Focarete

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