Come ricominciare una nuova vita dopo tanti anni su una sedia a rotelle e con un cuore spezzato.

Oggi ho 52 anni, da 16 anni vivo in Ticino con mio marito. Mi sento pienamente realizzata, ma mi aspetto ancora tanto dalla vita. Fino all’età di trent’anni, non ho trascorso una vita comune: durante sedici anni son rimasta paralitica, ammalata e tormentata fisicamente e psicologicamente.

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Claire-Lise Ollier-Maccabez
Anche se il tunnel è stato lungo, dopo molti anni passati sulla sedia a rotelle, quando quasi non me lo aspettavo più, ho visto finalmente un raggio di luce che ha illuminato e trasformato radicalmente la mia vita restituendomi l’utilizzo delle mie gambe e la luce di Dio stesso mi ha raggiunto nella profondità del mio pozzo, là dove nessuno poteva arrivare. Grazie alla fede ho potuto completare la mia guarigione interiore.

Son nata nel 61 a Yverdon in Svizzera francese. Mio padre era professore, poi divenne consigliere pedagogico in educazione fisica del cantone Vaud. Anche mia madre era insegnante e l’ambiente famigliare era severo ma allo stesso tempo ricco di cultura. Mi piaceva osservare le piccole e grandi meraviglie della natura. Oggi, questa mia trasformazione mi ricorda un po’ la metamorfosi della farfalla: rinchiusa nel mio bozzolo per tanti anni ho potuto elaborare la persona che sono oggi. In che modo?

Ero una ragazza gioiosa e vivace e mai nessuno avrebbe pensato che le mie paure fossero così grandi da diventare gravi problemi esistenziali. Di notte, restavo paralizzata dal terrore immaginando e vedendo strane presenze che si muovevano attorno al mio letto. Anche la televisione poteva sconvolgermi con documentari che parlavano della possibile fine del mondo: «Basterebbe un ordine e un dito potrebbe schiacciare il fatidico bottone che farebbe esplodere la terra intera!» Questo provocava in me un sentimento di annientamento come se la mia persona stesse per disintegrarsi.

Mi sentivo sempre più minacciata da una morte imminente. Da adolescente, non avevo più le forze e la fiducia necessarie per vivere e non vedevo più nessun orizzonte davanti a me. A dodici anni, ebbi un incidente al ginocchio e fui curata per le cartilagini. Continuai a zoppicare da una gamba poi dall’altra e, a quattordici anni, fui ricoverata per esami più approfonditi. Da lì in avanti, non potei più camminare del tutto e il sangue faticava a circolare nelle mie membra. Col tempo mi si bloccò anche la parola e l’appetito fino a diventare anoressica: pesavo trenta chili. Una dottoressa che si occupava di me, per paura che potessi morire, mi sollecitò in modo molto brutale. Quel fatto non mi aiutò certamente a liberarmi delle paure che proiettavo sulle persone che mi circondavano, al contrario mi fecero sprofondare in una grande solitudine. Allora feci un voto: nessuno mi avrebbe mai raggiunto e sarei sopravvissuta il più a lungo possibile nel mio silenzio.

Avevo nel mio comodino una Bibbia ricevuta dal pastore che era venuto a trovarmi. Avevo accettato di riporre la mia fiducia in Dio e in Gesù Cristo. Leggendo un Salmo dove Davide, circondato da nemici e disperato, chiede aiuto a Dio e viene esaudito, capii con sollievo che non ero l’unica a soffrire e identificandomi alla sua storia, provai un senso di sollievo e di speranza.

Sono stata ricoverata per diversi anni e, all’improvviso, sono stata visitata dal fuoco dello Spirito Santo e sono stata guarita fisicamente. Racconto la mia testimonianza in un libro: «La metamorfosi della farfalla» che uscirà nelle librerie fra qualche mese.

Nella mia vita ci furono molti processi di guarigione e liberazione. Questo divenne possibile dal momento in cui mi fu data sufficiente fiducia e approvazione. Divenni allora capace di concepire desideri.

Per anni non ho capito niente. L’unico a esprimersi era il mio corpo. È lui che ha sofferto... è lui che ha parlato. Il corpo possiede una sua memoria che parla e che non sbaglia. Non si può nascondergli niente. È importante ascoltarlo!

Nella Svizzera romanda, chi m’incontra, conoscendo i vari tormenti del mio passato, mi guarda oggi con stupore, riconoscendo il miracolo della mia metamorfosi. Per contro, da quando vivo in Ticino, tutti mi conoscono per quella che sono oggi e, nessuno, incontrandomi, si sognerebbe mai che io possa essere uscita indenne da un tale inferno e che io possa venire da così lontano: come resuscitata.

Ancora pochi anni fa, il bisogno di far riemergere quei frammenti sepolti negli oscuri meandri della mia memoria, divenne una priorità assoluta. Vorrei condividere con tutte le persone, le mie esperienze vissute, affinché ognuno possa trarne il suo personale arricchimento.

Ma, come comunicarlo? Non potevo buttar lì: «Sapete che io sono rimasta paralizzata per sedici anni?» Non potevo raccontare in due minuti, a persone che neanche mi conoscevano, tutte queste vicissitudini. Le persone con le quali potevo approfondire un dialogo erano rare. Per poter trovare le parole giuste per dirlo, ho dovuto affrontare i miei ricordi e la mia pagina bianca, assemblare tutte le tappe della mia vita per restituirle nell’ordine cronologico. Poco a poco, cominciai a sviluppare un periodo più facile da raccontare, poi un altro... e così via. M’isolavo in un luogo appartato con le mie pagine ancora vuote. Questo lavoro è durato qualche anno.

Allora, vi viene il desiderio di saperne di più?

A presto, con affetto,

Claire-Lise Ollier-Maccabez
Via Sassariente 22 a
6516 Cugnasco
tél: 091 752 17 35
e-mail: ollier-clairelise@bluewin.ch

Datum: 22.01.2014
Autor: Claire-Lise Ollier-Maccabez

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