Salmo 55,22

La Scuola di Dio nel Deserto

Credendo che fosse venuto il momento di liberare il popolo d'Israele Mosè uccise un egiziano. Non era però il modo adatto né tanto meno il momento giusto, voluto da Dio.

Non era pronto lui a guidare un popolo né gli israeliti a farsi guidare da Mosè. Così è stato costretto a fuggire per non essere ucciso lui stesso dal Faraone, suo parente adottivo.

Mosè era abituato a stare nelle residenze reali, luoghi assai piacevoli da viverci, in un paese dove la campagna donava cibo in abbondanza: orzo, cipolle, agli, lattuga, melograni, mele, olive, fichi, vino e miele. Lungo il fiume Nino vi erano inoltre laghi con molto pesce; i suoi stagni erano la dimora di uccelli di ogni genere e i giardini nei palazzi dei dignitari erano verdeggianti. Mosè era abituato ad avere tutto questo a propria disposizione.

La sua fuga gli spalanca invece le porte del deserto, dove trovò ristoro presso un pozzo. Là Dio gli fece incontrare una nuova famiglia timorata di Dio che lo accolse, una moglie che gli diede dei figli. Ma per quarant'anni visse una vita completamente diversa da quella precedente: in un accampamento di tende, pascolando il gregge del suocero, e, comunque, ricordando di essere uno straniero.

Di certo si trovò in una situazione in cui l'umiltà e la pazienza dovettero crescere giorno dopo giorno. Tuttavia, molto più tardi raccontò l'esperienza del suo antenato Giacobbe con una descrizione che calzava sicuramente con la sua.

«Egli lo trovò in una terra deserta, in una solitudine piena d'urli e di desolazione. Egli lo circondò, ne prese cura,lo custodì come la pupilla dei suoi occhi. Come un'aquila che desta la sua nidiata, volteggia sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne. Il SIGNORE solo lo ha condotto.» (Deuteronomio 32: 10)

Come Giacobbe, come Mosè e come il popolo d'Israele, Dio ha trovato anche noi in una terra arida. Dio ci ha trovato in un luogo desolato, pieno di urli. Eppure, Dio ci sta circondando, anche se non lo vediamo. Dio si sta prendendo cura di noi, anche se forse non ce ne accorgiamo. Dio ci tratta come la sua pupilla: con la massima attenzione e non permette che nulla possa toglierle la vista. Dio ci sta istruendo, anche se non ci sembra di udirlo. Dio ha cura di te e di me come mamma aquila ha amore per i suoi piccini.

Se pensi di essere solo in una certa esperienza, che stai per sfracellarti a terra perché le tue ali non riescono a volare, allora pensa a questi meravigliosi versi. Non sei solo, qualunque sia il sentimento e l'emozione che prova il tuo cuore. La Parola di Dio dice che i figli di Dio non sono soli! Dio volteggia su di noi, intorno a noi mentre ci insegna a volare; Dio spiega le sue ali onnipotenti e, al momento, opportuno ci prende e viene sotto di noi dolcemente; stende le sue penne e ci risolleva verso l'alto. Permettiamogli di condurci e di guidarci.

Mosè era nel deserto, molto lontano da quel che credeva essere la sua "mission", ma stava sperimentando concretamente, anche se inconsapevolmente, l'amore, la compassione, la cura di Dio.
Dio non dimentica mai le sue promesse: la vita di Mosè non è terminata nell'oscurità del deserto. A dispetto delle apparenze, Dio era al lavoro. «Durante quel tempo, che fu lungo, il re d'Egitto morì. I figli d'Israele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. Dio vide i figli d'Israele e ne ebbe compassione.» (Esodo 2:23-25) Dio ascoltò. Dio si ricordò. Dio vide. Dio ebbe compassione.

Dio è informato di ogni cosa, anche se tace temporaneamente. Dio è coinvolto nella vita dei suoi figli. Dio è intento a portare a termine le sue promesse e i suoi propositi. Nel contempo desidera che i suoi crescano spiritualmente e sperimentano a fondo la sua presenza e la sua cura. Non disperiamo se ci troviamo nella scuola del deserto di Dio. Dio ha un suo scopo: Lui non fa nulla senza senso.

Dio ha alcune cose che vuole che impariamo. In primis, l'umiltà e la pazienza. Non ci sono scorciatoie o via di fuga al deserto. Forse è il momento di smettere di correre da un vicolo cieco a un altro e aspettare fino a quando Dio interverrà. Dio sta vedendo ogni cosa, si ricorda e ascolta. Ma è necessario per noi passare per un periodo di deserto perché è solo là che capiamo cose che non impareremmo in qualsiasi altro luogo.

«Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli.» Salmo 55:22


Autor: Sara G.
Quelle: www.domnecristianenelweb.it

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