Lettera da Cana, dall’acqua al vino

Ti  ricordi di quando lavoravamo  nella stessa locanda, una trentina di anni fa ? quelli sì che erano bei tempi. Noi eravamo ancora ragazzini ma mi ricordo di quel pienone e di quando arrivò  quella  coppia di disperati che il nostro padrone dell’epoca ha accolto nella stalla  perché  la donna aveva le doglie e anche se avevamo tutto occupato non voleva mandarli via in malo modo. Mi è tornato tutto in mente ieri sera quando ho rivisto quella donna. Era parecchio invecchiata, ovviamente, c’era anche il suo bambino. è  proprio diventato un gran bell’uomo che non passa inosservato. Ti  devo raccontare quello che mi é capitato  con loro e non ci crederai:

Facevo il capo-servizio ad un banchetto di nozze. C’erano tantissime persone allegre, alcune le avevo già viste qui , nella locanda dove lavoro ora, altri erano facce sconosciute. Avevamo apparecchiato con molta cura perché il padrone di casa ci teneva molto a ricevere bene, sai quant’è importante l’ospitalità da queste parti! Il cuoco ha arrostito un vitello intero, non ti dico che profumo, peccato che per noi servi non fu servito lo stesso menu! Insomma, cosa vuoi, ognuno al proprio posto. C’è chi serve, correndo qua e là, e chi sta seduto a tavola lasciandosi servire. Il più importante risulta sempre essere quello seduto… Alla fine della festa contavamo comunque gustarci qualche fetta di carne rimasta con una coppa di quello buono sempre se gli invitati  non si  fossero «pappato» tutto, lasciando niente a noi, ma questa musica tu la conosci bene quanto me e non è quello che volevo raccontarti.

Era proprio una bella tavolata, di quelle ricche anche se non proprio di gran lusso, e tutto procedeva bene. la mia brigata di servizio scattava che era un piacere, la cucina seguiva, il padrone di casa era raggiante, gli sposi pure, anche se la sposa mi sembrava un po’ intimidita. Tutto procedeva bene, eravamo a metà della cena, quando mi sono accorto che le brocche in tavola erano quasi tutte vuote e non c’era  più di che riempirle di nuovo.  Orrore! Avevo fatto un errore nella comanda del vino. Eppure mi pareva di aver calcolato bene!! Che catastrofe!! Puoi immaginare lo scandalo che stava per travolgermi. Altro che professionista! Sentivo già le urla del padrone: incapace, imbecille, guastafeste! Immaginavo già il peggio, Il licenziamento in tronco e anche le frustate per fare buona misura … Che figuraccia!!!  E poi mi dispiaceva anche molto per quello che aveva invitato tutta quella gente e mi dava lavoro per quella serata. la sua festa di nozze stava per diventare un autentico disastro per colpa mia! Se avessi potuto sparire in una tana di topi, l’avrei fatto. Ma non potevo, dovevo assumere le conseguenze dei miei atti. Non ero da solo, c’erano molti miei colleghi che dipendevano da me.... Mio Dio che casino! Rischiavo grosso, molto grosso, il sudore freddo mi incollava la tunica sulla schiena e sai quella sensazione alla bocca dello stomaco? Beh, ce l’avevo! Non pensavo più a papparmi l’arrosto, questo è sicuro!!! Ero proprio spaventato, ho persino pregato «Dio mio, aiutami tu!!»

Ho dato un’occhiatina discreta discreta in giro per vedere se qualcuno si era già accorto della nostra incapacità improvvisa di riempire di nuovo le brocche di vino. Per il momento tutti sembravano ancora tranquillamente occupati a fare festa. Beh no, non proprio tutti. Ho notato che una parente dello sposo mi stava  fissando di brutto, ed è stato allora che mi sembrato di riconoscere la donna di quella sera, di tanti anni fa. Sai? Quella a cui è toccato partorire in una stalla ed io gli avevo portato un po’ d’acqua calda. Che scena! Ma torno al mio racconto. Beh quella donna è un tipo sveglio perché si era già accorta di quello che stava succedendo. L’ho vista  chinarsi verso il suo vicino di tavola per indicargli le brocche vuote. Quello era un uomo giovane e sono stato certo che  si trattava del bimbo che è nato quella notte nella stalla. Bell’uomo, non c’è che dire!  Ma quell’uomo mi è sembrato infastidito da quello che gli diceva la donna e ho temuto  per un momento che  faccia uno scandalo, non ci voleva proprio! Senza fare caso al cattivo umore di quell’uomo, la madre mi  ha fatto cenno di avvicinarmi e di stare ai suoi ordini.  

Quell’uomo deve essersi accorto del mio spavento perché dopo avermi dato un’occhiata penetrante (mai incrociato uno sguardo simile in vita mia) mi ha ordinato di far riempire d’acqua le sei grandi vasche che sono in cortile. Che idea assurda! Con tutto il lavoro che avevo e questo pasticcio con il vino che dovevo ancora risolvere, non avevo proprio idea come avrei fatto, ci voleva solo di dover andare ad attingere 600 litri d’acqua al pozzo.  Mi sono detto che quello  pensava forse, ingenuamente,  di sostituire il vino con l’acqua. Molto gentile da parte sua ma se credeva che gli altri ospiti avrebbero apprezzato il cambio si sbagliava di brutto! Eppure anche lui beveva vino, anche se non era ebbro come la maggior parte degli altri uomini. E poi … lui se ne stava tranquillamente seduto a tavola, non sembrava minimamente intenzionato a venire ad aiutarci!!! insomma stavo per scattare! Sai come sono io, quando ci vuole, ci vuole!! E poi, ero già parecchio sotto stress!  Sai com’è quando siamo «nel jus» e ti arriva una vecchietta che vuole che tu gli elenchi gli ingredienti di un piatto ... bollivo!!!

Ma quegli occhi!!! come si fa ad andare contro uno che ha un simile sguardo? Non ti posso descrivere la sua fisionomia, sai che non sono fisionomista, ma quell’uomo ha degli occhi in-cre-di-bi-li.  Mi ha scrutato fino dentro l’anima. Chissà perché mi sono tornate  in mente un paio di cosette del passato …

Allora mi sono rassegnato, ho chiamoto i colleghi a raccolta ed eccoci a portare acqua dal pozzo alle vasche, formando una catena umana. Non ti dico che fatica, pensa, 600 litri non sono pochi. Che bello se qualcuno fosse in grado di inventare un congegno che porti l’acqua direttamente nelle vasche, credo che i romani abbiano qualcosa del genere. E questo problema con il vino  che era ancora irrisolto! Mi aspettavo di sentire da un momento all’altro delle reclamazioni. Per un momento dunque, mi faceva anche comodo allontanarmi un po’ dalla sala. Sai, com’è vero? quando è quasi finita la carne e speri di poterne mangiare un pezzetto e allora fai il finto tonto  quando qualcuno alza una mano  per farsi dare un supplemento...insomma i nostri soliti trucchetti del mestiere. Con l’esperienza riesci perfino a far sparire polli interi fra la porta di sala e quella di cucina. Ma sto divagando e queste cose già le sai, scusa! Dicevo dunque che eravamo contenti di scappare dalla sala un momento per andare a fare “giochi d’acqua” assurdi. Quando le sei vasche sono state  finalmente riempite fino all’orlo di acqua fresca sono andato a riferire a quel uomo seduto vicino alla donna che avevamo terminato. Ero proprio curioso di vedere cosa mi avrebbe chiesto dopo, di andare a pulire la stalla?

Invece no! Sei seduto? Ti consiglio di attaccarti al tavolo. Sai cosa mi ha chiesto di fare quell’uomo strano? Di riempire una brocca con quella bella acqua fresca e di portarla a far assaggiare al capo tavola. Allora ho proprio pensato che quell’uomo strano volesse prendere in giro quel gran bevitore facendogli bere acqua.  

Mamma mia!! Ero sicuro che quello  mi avrebbe ucciso di botte se gli avessi portato acqua! Non c’era peggior affronto da fargli! Pensa, è il più grande esperto di vini della regione, e cosa ancor peggiore per me, non era conosciuto per il suo senso dell’umorismo. Se era un gioco, era  in gioco la mia vita e la mia riputazione, che è la stessa cosa… Avevo già la bocca aperta per dirgli: - Io non ci vado, mai e poi mai, che ci vada lei se proprio vuole, a fare il suo pseudo giochetto divertente con l’acqua.

Ma quegl’occhi, non si riusciva proprio a resistergli. Guardandolo, ho proprio letto nel suo sguardo tanta bontà e molta autorevolezza. Quello non era lo sguardo di un buontempone che stava per fare uno scherzo a spese del piccolo popolo. Ho avuto la rivelazione che quell’uomo voleva solo il mio bene. Chissà come, era  forse davvero  in grado di risolvere il mio problema.  Forse intendeva fare un discorso sulla religione o chissà che altro. Insomma, con i suoi occhi quell’uomo mi diceva: fidati di me! Allora io  ho riempito una brocca d’acqua e sono andato dal capo-tavola, pensando sostienimi tu mio Dio!!

Non so se un giorno inventeranno un apparecchio per fissare i momenti della vita di una persona, i visi e gli eventi. Mi piacerebbe molto rivedere la scena in cui porto la brocca d’acqua al capo-tavola… mi sembrava di aver ingoiato una spada talmente ero irrigidito dalla  paura. Dunque mi avvicino con la mia brocca di terra cotta, bei disegni, penso,  mentre mi chino per versare l’acqua…

E allora c’è mancato poco che non lasciassi cadere la brocca in terra e che cadessi pure io lungo disteso sulle pietre. È proprio qui che si vede la professionalità di un cameriere, caro amico. Abbiamo imparato a stare impettiti mentre  succedono cose da urlo. Stavo subendo il peggior choc della mia vita ed esteriormente sembravo calmissimo, ma se vuoi saperla tutta, avevo le ginocchia che battevano una contro l’altra …

Cosa credi che sia successo? Che il capo-tavola mi avesse infilzato con una spada a causa dell’affronto che gli avevo appena fatto? Niente di tutto questo, molto ma molto di più…

L’Acqua si e’ trasformata in vino!!!!

Ero così stralunato che ho sentito  solo confusamente il capo-tavola che borbottava qualcosa a proposito della grande qualità di questo vino, dopo averlo assaggiato. Ho girato i tacchi.  Inutile dirti che al ritorno camminavo più spedito che all’andata!! Mi sembrava di non toccare terra, volavo! Sorridendo come uno scemo, un vero Raka (è il caso di dirlo), ho raccolto tutte le brocche vuote  dal tavolo quando sono tornato in cortile per riempirle non c’era più nessuna traccia di acqua in quelle vasche di pietra, solo di quello buono. 600 litri di ottimo vino!! Non ti dico la faccia dei colleghi … e la festa che abbiamo fatta, dopo. Ce n’è ancora... vuoi venire a trovarmi? Piace anche a me «quello buono», lo sai che non sto indietro quando c’è . E c’é.  ma se non avessi questo stupido contratto che mi lega al mio padrone, andrei da quell’uomo strano e gli direi: chi sei? sei forse il Messia che tutti aspettano? Dopo di che pianterei baracche e burattini e lo seguirei anche a capo al  mondo!  

Non avere paura, caro amico, sono ancora qui, a  Cana, a versare vino.  Mi piace il mio lavoro e lo faccio bene, con passione. Quella serata memorabile, a poco a poco la dimenticherò. Ma quell’uomo, quello mai!

Con affetto, augurandoti che  anche tu possa incontrarlo. Se ti capita, un consiglio d’amico:  fai tutto quello che ti dice di fare!


Autor: Franca Henriette Coray

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